CORIGLIANO NELLA STORIA

Situato sui primi contrafforti della Sila Greca, il centro storico di Corigliano si erge su una collina posta a 207 metri s.l.m.. Il territorio, la cui superficie complessiva è di kmq 196, è caratterizzato da un'ampia pianura, delimitata, a Nord, per circa 12 km. dal Mar Jonio; da una fascia collinare, che dal centro storico va fino a Piana Caruso; da un bacino montano, che si sviluppa fino ad un'altezza massima di 1103 m. s.l.m.. Il confine naturale, ad Ovest, è il fiume Crati; ad Est, è il torrente Cino. I Paesi confinanti col territorio comunale sono: Rossano, Longobucco, Acri, S. Giorgio Albanese, S. Cosmo Albanese, S. Demetrio Corone, Terranova da Sibari, Cassano allo Jonio.

La storia della città inizia nel 977, quando, in seguito ad una incursione di orde arabe, provenienti dalla Sicilia, gli abitanti del borgo di S. Mauro (oggi, Cantinella) si rifugiano sulla collina, ove oggi si erge il Centro, allora podere di Corellio, un signore che fa parte di una famiglia romana, stanziatasi in Calabria nel corso del I° secolo d.C.

Nasce, così, sul colle detto "Serratore", il primo nucleo del centro urbano di Corigliano. Vengono create le prime case e le prime chiesette : Santa Venere, S. Basilio, S. Nicola, S. Maria della Platea.
Intorno al 1073, Roberto il Guiscardo fa costruire un fortilizio, che, nei secoli successivi, diventa un vero e proprio castello, dimora dei vari feudatari che si avvicendano sul territorio: i Sangineto e i Sanseverino (1192-1616), i Saluzzo (1616-1822), i Compagna (1828-1971).

La città, nel corso dei secoli, viene abbellita da monumenti architettonici di non trascurabile fattura: Chiesa di S.Maria della Platea (o S. Maria Maggiore), intorno al 1000; Chiesa di S. Pietro (1080); Chiesa di S. Marco (1100, al Pendino); Monastero di Santa Maria di Valle Josaphat (1110); Abbazia di S. Maria de Ligno Crucis (1185), in C/da Lìgoni; Convento dei Francescani Minori Conventuali (1220 circa, in C/da Pendino; poi, dal 1450, sulla collina dove sorge il nuovo convento con annessa la Chiesa di S. Antonio); Convento dei Carmelitani (1295, poi ricostruito nel 1493 con la chiesa annessa); Ponte Canale (1478); Convento e Chiesa di S. Francesco di Paola (1496); Palazzo di S. Mauro (1515); Convento dei Cappuccini e Chiesa di S. Anna (1582); Torre del Cupo (1601); Convento Ospedale dei Fatebenefratelli (1604); Monastero delle Clarisse (1630); Convento e Chiesa dei Domenicani (1646); Chiesa di Schiavonea (1649); Cappella di S. Agostino, in un'ala del Castello (1650); Convento dei Francescani Riformati e Chiesa di S. Maria di Costantinopoli (3-11-1686); Quadrato Compagna (1846-1850); Monumento ai Caduti (23-3-1924).

È appena il caso di dire che, all'interno delle chiese e dei conventi sopra citati, si trovano le opere d'arte più notevoli della città.

La vita politica sociale e culturale di Corigliano si svolge per secoli nel Centro storico della Città. I feudatari vivono per lo più lontano da Corigliano, sfruttano le risorse locali e poco fanno per il progresso socio-economico del territorio.
La pianura è infestata dai miasmi malarici e, solo con la bonifica degli anni '30 del Novecento, comincia a dare benessere a chi si dedica alle colture agricole.
Le terre di pianura, per secoli sfruttate per la semina del grano, per l'estrazione della radice di liquirizia e per la coltivazione del pomodoro, a partire dal 1952, quando si avvia la Riforma Agraria (O.V.S.), vengono intensivamente coltivate a clementine, mentre in collina resiste l'ulivo e, in montagna, il castagno, la quercia e il pino.

Nel corso dei secoli, sono tanti gli avvenimenti e i personaggi che danno un'impronta alla Città.

La venuta di S. Francesco di Paola (1476-1478) in città e la costruzione della sua quarta casa rappresentano una tappa importante del processo di sviluppo socio-religioso della popolazione coriglianese, che, nel 1598, elegge il Paolano a Patrono della Città.
Giuristi come Giovanni Marco Aquilino (1550?-1610?), Luigi Palma (1837-1899), Domenico Persiani (1837-1918) e Costantino Mortati (1891-1985) esercitano un'influenza notevole nel mondo della giurisprudenza nazionale.
Poeti come Girolamo Garopoli (1606-1678), Francesco Maradea (1865-1941) e Costabile Guidi (1890-1971) sono voci genuine e profonde, che vengono ammirate e riprese anche fuori dai confini del Meridione.
Medici come Tommaso Bonparola (1788-1854) e Luigi Patari (1827-1909) operano in situazioni difficili, sacrificando la loro esistenza per gli altri.
Uomini di chiesa come Nicola Abenante e Leone Somma (santi 1227); i fratelli Giuseppe (1638-1692) e Giovanni Battista (1642-1689) Pontio (entrambi vescovi di Umbriatico), Matteo Persiani (1552-1649) (fondatore del Convento dei Cappuccini); Francesco Antonio Pisciotta (1625-1690) e Domenico Oranges (1799-1879) dedicano tutta la loro vita per l'elevazione spirituale delle popolazioni in mezzo alle quali svolgono il loro apostolato.
Storici come Francesco Longo (1562-1625), Pier Tommaso Pugliesi (1642-1715); Giuseppe Amato (1831-1886) e Francesco Pometti (1862-1911) scrivono volumi considerati, ancora oggi, testi fondamentali nella storiografia meridionale e nazionale.

Tanti i nomi che si affermano, nel corso dei secoli, in campo nazionale ed internazionale: Tommaso Bonparola (medicina), Alfonso Compagna (C.R.I.- Ingegnere esperto sui problemi delle Ferrovie Italiane), Italo Dragosei (giornalista e scrittore), Giorgio Florita (Vice Comandante della Polizia in Italia), Girolamo Garopoli (poeta epico), Costabile Guidi (giornalista-poeta-scrittore), Pasquale Leonetti (latinista e autore di grammatiche di italiano e latino per le scuole Medie Inf. e Sup.), Francesco Longo (storico), Francesco Maradea (poeta), Costantino Mortati (costituzionalista), Luigi Palma (costituzionalista), Luigi Patari (medico e giornalista), Francesco Pometti (storico), Pier Tommaso Pugliesi (storico, tre volte Provinciale dei Carmelitani), Vincenzo Tieri (commediografo e giornalista), Aroldo Tieri (attore), Vincenzo Valente (musicista).

La Città che ha sempre avuto come centro della sua attività l'agricoltura, nel corso dell'Ottocento si dota di un "Collegio-Convitto", che dal 1865 al 1937 eleverà la formazione culturale dei suoi cittadini e creerà quella classe di intellettuali che tra l'Ottocento ed il Novecento darà vita a testate giornalistiche, a libri, a promozioni culturali come il Teatro ed il Cinema (1912), che, pian piano, diventeranno patrimonio comune della popolazione.

A partire dal 1960, il Centro storico viene man mano abbandonato. Diventano, così, importanti realtà socio-economiche: Schiavonea, dotata di Porto e notevole centro ittico e balneare, lo Scalo (centro commerciale), Cantinella (centro agricolo), mentre sempre più si assiste - purtroppo - all'abbandono della montagna, polmone ecologico di incomparabile bellezza.

a cura del Prof. Enzo CUMINO

 




"Corigliano in Vetrina" è un prodotto Pubblisystem - P.Iva 02456860788 - Tutti i diritti riservati - 2008